Marvel IT presenta


#35
GLI INCREDIBILI ANTI-X-MEN
prima parte

di Mickey e Carlo Monni

 

Worthington Tower.
Appartamento di Remy LeBeau.

Un nuovo giorno è nato da poco ed il sole illumina la camera da letto dove il mutante di origine cajun noto come Gambit non è solo: sdraiata accanto a lui, c’è una donna attraente dai capelli castani. Le lenzuola scomposte testimoniano l’intensa attività notturna dei due amanti.

La donna si giura su un fianco e l’occhio le cade sulla sveglia.

-Oh, mon Dieu!- esclama -È tardissimo!-

Si mette a sedere ed afferra i vestiti su una sedia vicina.

-Il lavoro ti chiama, ma chère?- le chiede Remy.

-Tu non hai idea di cosa vuol dire essere la Directeur General o, come dite voi americani, la Chief Operating Officer delle Worthington Enterprises.- risponde Yvette Avril - È praticamente un lavoro a tempo pieno. Forse non dovrei concedermi nemmeno distrazioni come questa, per quanto piacevoli.-

-Allora è questo che sono per te? Solo una piacevole distrazione? Il tuo toy boy, insomma?-

-Ora non fare l’offeso, Remy.- replica ancora Yvette mentre si allaccia la camicetta ed afferra gli occhiali sul comodino -Siamo entrambi adulti consenzienti. Non ci siamo certo giurati amore eterno e poi, non offenderti se te lo dico, tu non mi sembri proprio il tipo da farlo.-

-Potrei sorprenderti, chérie.- ribatte lui, incupendosi improvvisamente.

I suoi pensieri corrono ad una donna così vicina eppure così lontana. Le immagini di una cascata di capelli castani con una ciocca bianca che ricade sulla fronte, il suono di un melodioso accento del Mississippi.

Il suono del suo comunicatore da polso posato sul suo comodino lo distrae da quei pensieri e lui fra sé e sé ringrazia Alex Summers per il tempismo.

-Qui Gambit.- risponde.

<<In sala riunioni. Hai mezz’ora.>> dice in tono sbrigativo Havok.

-Oui, mon general.- replica Remy col suo solito tono, poi si rivolge a Yvette direttamente in francese sia pure con la tipica cadenza cajun -Pare che tu non sia l’unica ad avere impegni pressanti, tesoro..-

 

Istituto Xavier per un’Istruzione Superiore, Salem Center, Contea di Westchester.

Piotr Nikolaievitch Rasputin, Peter per i suoi amici di lingua inglese, membro degli X-Men col nome di battaglia di Colosso, è cupo in volto e quasi non si accorge della donna di colore contro cui per poco non va a sbattere.

-Brutti pensieri, Peter?- gli chiede lei.

-Ororo!- esclama lui -Scusa, avevo la testa altrove.-

-Me ne sono accorta.- ribatte ridendo Ororo Munroe, alias Tempesta -Qualcosa di cui ti va di parlare?-

-Forse sai che ho accettato di dare una mano a Linea X per le chiamate che vengono dalla Russia e zone vicine. Ieri ho ricevuto da una ragazza di Volgograd di nome Vassilissa.-

-Volgograd, mi sembra di conoscere questo nome.-

-Un tempo la chiamavano Stalingrado e fu teatro di una delle più dure e sanguinose battaglie della Grande Guerra Patriottica.-[1]

-Mi dicevi di questa Vassilissa…-

-Ha detto che non resiste più e che vuole venire alla scuola ma prima che potessi chiederle di più la linea è caduta.-

-E la cosa ti preoccupa?-

-La situazione nel mio paese è… complicata per le minoranze. Avrai sentito delle leggi discriminatorie che sono state approvate contro i gay. Ancora non c’è nulla del genere contro i mutanti alcuni di loro sono eroi rispettati, membri del supergruppo ufficiale russo, la Guardia d’Inverno, ma…-

-Ma…?-

-... ma tra la gente comune non c'è un buon clima, ci sono tanti episodi di cronaca di intolleranza e violenza. Per di più, io temo che il Governo Russo voglia sfruttare i mutanti, costringerli a lavorare per lui. Non posso lasciar cadere questa richiesta d’aiuto.-

-Vassilissa di Volgograd. Non è molto per trovare qualcuno. Per fortuna abbiamo Cerebro. La troveremo.-

-Noi?-

-Certo, a che servono gli amici sennò?-

Piotr sorride e dice:

-Ororo, ti ho mai detto quanto ho sentito la tua mancanza in tutto questo tempo?-

Tempesta sorride e replica:

-Forse quanto io ho sentito la tua?-

 

Worthington Tower. Sala riunioni degli X-Men.

Prima che la situazione degenerasse - dal mistero dell'aereo scomparso in poi - Kurt Wagner aveva promesso a Linea X che avrebbe continuato a collaborare sia al lavoro della fondazione sia, all'occorrenza, come teleporta d'emergenza. È la prima volta che un messaggio urgente l'ha messo alle strette. Un sottile disagio lo pervade quando si materializza nel grattacielo, in mezzo a tutti i suoi compagni di squadra che lo fissano in modo imperscrutabile.

-Ho disertato una messa in pieno svolgimento per arrivare qui, spero non fosse uno specchietto per le allodole.-
-Fai progressi- gli manda una frecciata Gambit.
-No, Kurt, non avrei mai giocato con i tuoi sentimenti- replica Fenice -Ho davvero localizzato Diana.-
-Improvvisamente!?-
-Sì, da un momento all'altro. Per questo pensiamo possa essere una trappola.- chiarisce Arcangelo.
-Quindi è viva? Sta bene?-
-Per quanto mi riguarda sì, anche se ho difficoltà a... percepirla per bene. Non so se i suoi fantomatici rapitori stanno ancora interferendo o se... dipende dalle sue caratteristiche genetiche.- aggiunge Jean.

-In che senso?- domanda perplessa Husk.

-Posso spiegartelo sul Blackbird? - rompe gli indugi Kurt, la cui coda tremante tradisce la sua ansia e la sua fretta.

Non c'è bisogno di attendere una risposta, tutti si alzano e si dirigono verso la porta.

-Dove siamo diretti?- chiede il mutante germanico.
-In Italia.- annuncia Havok.

 

Sei mesi prima.
In una località segreta della Puglia, Italia.

Sinistro, fuggitivo da Genosha, ha dato fondo a tutte le sue ultime risorse per ristabilire una propria base. Dopo tutti gli sconvolgimenti causati dalla scoperta di Origine,[2] la sua maggiore vocazione al momento è tornare a fare lo scienziato, e ha bisogno di farlo in un posto tranquillo. L'Italia latita in quanto ad eroi. Gemini, la Squadra Italia o le Brigate Azzurre non si disturberanno a cercarlo, ammesso che lo conoscano, visto che operano da Roma in su. I suoi contatti nel Maggia gli hanno fornito questa location molto appropriata. Il clima è ideale, ma non è questo che gli importa. La zona di questa regione è costellata di cave dismesse. In cambio di una fornitura di droghe sintetiche, la criminalità organizzata gli ha concesso di occuparne una per installare il suo laboratorio.
Ci sono voluti tempo e denaro, ma adesso è pronto ad iniziare. La base è ben nascosta ad occhi indiscreti, schermata con materiali a prova di telepati. Ha caricato provviste per un anno. Un piccolo generatore nucleare gli garantisce tutta l'energia di cui ha bisogno. Deve solo accendere i suoi terminali e iniziare a lavorare.

Deve investigare una volta per tutte su una certa leggenda-barra-ipotesi riguardante la specie mutante. Tutte le sue precedenti ricerche in tal senso si sono rivelate un vicolo cieco. È convinto che il problema sia stato la mancanza di materia prima. Adesso che Apocalisse non è più un impiccio e che è entrato in possesso degli archivi genetici degli X-Men, ha materiale a sufficienza da caricare sul suo software. Lo azionerà, dopodiché si tratterà solo di attendere. Del resto non è il tempo che gli manca.

 

Blackbird SR-77, in volo sull'oceano Atlantico.
-L'ho già spiegato fino alla nausea a Jean e altri, ma... - dice Nightcrawler all'indirizzo di Husk, una volta preso posto a bordo del velivolo -... Secondo Moira MacTaggert, potrebbe esserci qualcosa nel DNA di Diana che blocca il mio potere mutante. Non abbiamo avuto modo di indagare fino in fondo su quest'ipotesi, né di vedere se funzionasse su altri... come credo stesse suggerendo Jean prima.-
-Quindi sarebbe una mutante come Pulce?- domanda Paige, pensando al suo compagno di scuola.
-No, dagli esami tradizionali non risulta essere una mutante. Meglio: non è un Homo Superior. A meno che non dovremo rivedere tutta la concezione della nostra sottospecie.-
-C'è qualcosa che non mi torna.-
-Puoi dirlo forte.- annuisce l'Uomo Ghiaccio. -Io dico che una donna con un potere così potrebbe essere quindi una nostra avversaria. Potrebbe aver fatto sparire le proprie tracce in modo un po' sopra le righe, e adesso è pronta per attirarci nella tana del lupo e combatterci.-
-Hai intenzione di litigare?- ribatte Kurt Wagner.
-No, dobbiamo vagliare tutte le ipotesi.-
-Considerando dove siamo diretti, anche se non lo affrontiamo da secoli, potrebbe essere coinvolto il Conte Nefaria. Oppure Madame Masque.- cambia discorso Havok, dalla sua postazione.
-Non è che siano gli unici supercriminali italiani sulla faccia della Terra, eh.- puntualizza Gambit, forte dei suoi trascorsi sia nell'ambiente sia con gli stereotipi culturali.

-Mi fa venire in mente una delle ultime volte in cui l'abbiamo affrontato- si perde nei ricordi Kurt, con evidente nostalgia negli occhi. -Non c'era nessuno di voi. Me ne ricordo bene perché voi tre avevate appena lasciato il gruppo.[3]- dice rivolto ad Arcangelo, Havok e l'Uomo Ghiaccio -E perché poi  è stato in quella missione che abbiamo perso John.-  aggiunge riferendosi a Thunderbird.[4]

-Lo prendiamo come un segno che sia il rapitore di Diana?-

Havok ha più di un pensiero che lo distrae dalla guida del Blackbird e gli impedisce di seguire il resto della discussione. Per ritrovare la concentrazione, ricontrolla le impostazioni del pilota automatico, poi chiama da parte Husk e le parla sotto voce.

-Dolcezza, che cosa ti prende? Ieri sera sono venuto a bussare ma non mi hai aperto, né mi rispondi... E da prima continui a sfuggire il mio sguardo.-
-Ne parliamo al ritorno. Ora abbiamo altre cose per la testa.-
-Va bene, non puoi almeno farmi un riassunto di poche parole?-
-Non mi sta più bene che nessuno sappia di noi. Warren e Jean sono usciti allo scoperto da giorni e a te non è passato per l'anticamera del cervello di fare lo stesso.-

-Io... non pensavo ti interessasse. Pensavo preferissi così. Ma hai ragione, ne parliamo a casa. Sistemeremo questa cosa.-
Si sporge per darle un bacio, ma sente gli occhi degli altri addosso e finisce per congelarsi e darle una pacca sulla spalla. Avrebbe potuto approfittare della presenza di tutti per tagliare la testa al toro, ma non vuole creare distrazioni inutili in una missione così delicata per le sue troppe incognite, né spargere sale sulle ferite di Kurt.

 

Più tardi, in una località extraurbana della Puglia, Italia.

In modalità stealth, il Blackbird SR-77 si è posato su un brullo terreno di campagna e i suoi occupanti stanno scendendo uno a uno.

-Abbiamo avuto il permesso di atterrare?- domanda Jean.

-Siamo in missione segreta, come ai vecchi tempi- le sorride Arcangelo -D’altra parte, a Santa Providencia ci avevano concesso il permesso ed hai visto com'è finita.-[5]

Fenice, pur assente dall'ultima avventura del gruppo, non può che assentire.

-Ok. La zona era questa, con tutto il margine di errore del caso.- afferma lei.
-Non avverti la sua presenza adesso?- le chiede Arcangelo.
-No.-

-Battiamola palmo a palmo.- dispone Havok -Per quel che ho visto dalla panoramica aerea, questa regione è un colabrodo. Probabilmente la base dei cattivi è in una di queste... caverne, non so come chiamarle tecnicamente.-

-Sono già stato in Italia, in vacanza.- dice Arcangelo -Ma non sono mai venuto da queste parti. Solo in Sardegna, Costa Smeralda.-

-Grazie per averci ricordato quanto sei schifosamente ricco, Worthington.- commenta Gambit col suo solito tono irridente.

-Silenzio!- intima Jean -Ho appena sentito qualcosa… qualcosa di… strano.-

-Che intendi dire?- le chiede Havok.

-Una sorta di rumore di fondo telepatico, l’eco di una voce familiare. Non so definirlo meglio.-

-Attenzione!- urla improvvisamente l’Uomo Ghiaccio.

Gli sguardi di tutti si volgono nella direzione indicata e vedono dei tizi che indossano una sorta di armatura abbastanza rozza.

-E questi chi sono?- esclama Gambit -Degli Iron Men da due soldi?-

-È uno scherzo?- si domanda retoricamente Bobby Drake.
-Ma ce n'è uno per ciascuno?- li conta Husk.
-Fenice, sono esoscheletri? Che informazioni hai?- chiede Alex Summers.
-Sono guidati da persone, ma non riesco a cogliere niente, devono essere schermati-
-Quanto va di moda il casco di Magneto, eh?- ironizza Gambit.

-Attaccate per disarmare!- dispone Havok.
Gambit lancia una carta, puntandola a metà strada tra i due gruppi per disorientarli. L'otto di picche rovina verso il suolo, dopo qualche metro, inerte.
Havok ha un simile approccio e un simile esito: le sue mani puntano la terra che li divide, ma nessuna raffica al plasma parte.
Né raggi congelanti dalle mani dell'Uomo Ghiaccio.
La pelle di Husk rimane immutata.

Arcangelo non riesce a spiccare il volo.

-Ma... che succede?-
-Ragazzi, io non riesco…-
-Neanch'io...-

Nemmeno Nightcrawler riesce a teletrasportarsi. La cosa lo sorprende poco, vista l'esperienza pregressa con la sua ragazza. Anzi: il suo corpo è intorpidito proprio come quando era con lei. Riconoscerebbe quella sensazione di torpore ovunque. Diana dev'essere lì.
Senza la sua consueta agilità sovrumana, Nightcrawler corre incontro agli avversari, che gli puntano contro le braccia robotiche. Grazie al cielo, la sua esperienza dei tempi del circo lo aiuta ad evitarle. Per fortuna ha passato ore ad allenarsi, ore che tornano utili adesso.

Il tedesco si ferma solo quando ha la conferma dei suoi sospetti.

Diana Vickers sta piangendo, dietro il casco di un esoscheletro.
-Oh Mein Gott. Adesso ti libero!-
-Non puoi. Siamo programmati per rendervi inermi. E per uccidervi.- replica lei.
Kurt Wagner fa appena in tempo ad ascoltare le ultime sillabe che un braccio meccanico lo scaglia via con la forza di un maglio.

 

Circa cinque anni fa.  

In un altro laboratorio, Nathaniel Essex e En Sabah Nur stanno disquisendo in un modo molto raro per i loro trascorsi e temperamenti.

-Nel corso dei decenni ho raccolto una quantità ineguagliata di dati sulla popolazione mutante. Sono sempre più convinto che ci sia un disegno dietro le manifestazioni della vostra specie. Probabilmente la mente umana non è in grado di cogliere tutte le variabili, ma sono persuaso che i moderni calcolatori potranno darmi delle risposte.-
Il silenzio di Apocalisse va inteso come una concessione a continuare il discorso, perché non lo sta tediando o infastidendo.

-Secondo me, nei limiti del possibile, ogni mutazione, ogni potere risponde a un'esigenza di sistema. Bisogna pensare su scala planetaria. Ci sono molte evidenze a supporto della teoria che vede la Terra come un sovra-organismo, chiamato «Gaia». Ne sono sempre più convinto da quando ho scoperto l'esistenza di un Morlock chiamato Pulce. È  in grado di annullare i poteri mutanti di chi gli sta intorno. Secondo me, è nato dopo la nascita di Franklin Richards. È nato per portare equilibrio nella specie mutante.-

-Non farnetichi. Le tue vantate conoscenze di genetica sono nulla, rispetto alla mia sapienza ed esperienza millenarie. A cicli alterni si rinfocolano le leggende sugli equilibri nel nostro popolo, o sull'esistenza di un popolo a noi nemico. In quest'epoca storica se ne parla poco, ma io non dimentico. Io l'ho vissuto.-
-Che cosa hai vissuto?-
-Ho affrontato a viso aperto la mia nemesi. Ci siamo incontrati dopo un tempo innaturalmente lontano dalla mia nascita... ed è stato il frangente più traumatico della mia eterna esistenza. Quella creatura è stata capace di rendermi impotente, come mutante. Ma sono ancora qui per raccontarlo. Le ho spezzato il collo con la forza bruta delle mie mani, dopo un'annosa guerriglia.-
-Quindi le leggende sono vere?-
-Sono vere, ma se dovessi tentare di indagare, dovrai subire la mia ira funesta. Ho fatto tutto ciò che era in mio potere per far cadere nel dimenticatoio questa triste vicenda e tutti gli altri aneddoti al riguardo. Se nessuno è a conoscenza dell'esistenza dell'antitesi di Homo Superior, è come se non esistesse. Se qualcuno ne acquisisse consapevolezza, se i membri di questa specie finissero nelle mani sbagliate... si scatenerebbe la guerra totale, del tipo che nemmeno Apocalisse auspica.-
Sinistro sgrana gli occhi. Non ha mai visto né vedrà mai il mutante immortale così esposto, così spaventato. Non osa mettersi contro di lui. Indagherà in silenzio. E non appena En Sabah Nur sarà fuori dai giochi, scoprirà la verità su queste creature. E se esistono davvero, le scoverà.

 

Oggi. In una località extraurbana della Puglia, Italia.

-Kurt!-

All’ultimo momento i poteri di Nightcrawler ritornano e lui usa la sua coda prensile per aggrapparsi ad un albero e fermare il suo volo. Una capriola lo riporta a terra.

Evidentemente è fuori dal raggio d’azione di Diana Vickers Se ritorna indietro sarà inerme come prima, ma deve pur fare qualcosa per aiutare i suoi compagni e la donna di cui è innamorato. È chiaro che sia lei che gli altri sono delle vittime e spera sia altrettanto chiaro al resto della sua squadra.

Borbotta qualcosa tra sé e sé e torna indietro.
-Ok, ipotesi di lavoro: in qualche modo stanno inibendo i nostri poteri come fa Diana Vickers con Kurt.- dice l'Uomo Ghiaccio. -Non sarebbe la prima volta che ci capita una cosa simile!-
-Probabile! Qualunque sia la fonte, nelle ultime settimane ci siamo allenati per questo, come avevo stabilito... a usare con parsimonia le nostre facoltà!- ricorda Havok a gran voce, nel tentativo di superare lo shock e galvanizzare il gruppo.
Un raggio repulsore lo colpisce.
-Alex!- urla Paige, senza poter dar seguito all'istinto di accorrere da lui, perché sovrastata dall'istinto di sopravvivenza che la spinge a muoversi per evitare un nuovo attacco.
-Ok, ma qui si esagera con la parsimonia!- sdrammatizza Remy, roteando alla massima velocità il suo bastone per intimidire gli assalitori.

-Qualcuno di noi si deve allontanare e tornare operativo!- sbraita Summers, mentre si rialza a fatica e dolorante,.
-Non ve lo permetterà!- grida Diana, sparando ancora raggi all'impazzata.
-Chi?-
-Sinistro!-
Gambit sgrana gli occhi. Può dissimulare quanto vuole, ma quel nome evoca i suoi peggiori ricordi.

-Quanto ha perso chi aveva scommesso su Nefaria?- cerca di fare dell'autoironia l'Uomo Ghiaccio. Intanto tutto il gruppo di X-Men è stato circondato, a dimostrazione della previsione della Vickers.

-Le ali non mi rispondono... sono un peso morto!- lamenta Arcangelo, sull'orlo del panico. Avverte un'angoscia sovrapponibile a quella provata quando gli sono state strappate di dosso la prima volta, con l'aggravante che si sente ancora più ancorato al terreno, alla mercé degli avversari.
-Anche la mia coda... e la mia agilità...- ammette Nightcrawler. Non si era mai reso conto fino in fondo l'effetto che la sua amata esercitava su di lei, così concentrato sul suo potere più eclatante.
-Sto provando a chiamare Westchester ma sembra non ci sia campo!- borbotta Husk, armeggiando con un apparecchio nella cintura.
-Allora sta a noi- annuisce Alex Summers -Dobbiamo disarmarli, allontanarli e raggiungere Sinistro. Attacchiamo!-

 

Qualche giorno prima, nel laboratorio-base di Sinistro.

Il genetista nato nell'Ottocento, reduce da mesi di isolamento, ha deciso di svelare a Diana Vickers la sua vera natura. E proprio a lei non solo perché è l'unica anglofona tra i suoi ospiti forzati.

-Tu mi hai dato la prova definitiva che esiste la specie anti-mutante. Sono in cerca di nomi migliori, sono pronto a suggerimenti. Vediamo come posso spiegarlo in parole povere per una mente come quella di una segretaria... In natura esiste una sorta di equilibrio cosmico da mantenere. Per ogni preda esiste un predatore. Orientativamente per ogni maschio c'è una femmina, per quanto le statistiche a breve termine suggeriscano il contrario. Insomma, io ho scoperto che per ogni mutante, nasce un anti-mutante di sesso opposto da qualche parte del mondo. Conosci la data di nascita del tuo amato Kurt?-
-Sì...-
-Quanti mesi di differenza avete?-
-Uhm... nove.-
-Proprio da manuale! Entro nove, dodici mesi, viene concepito e partorito un essere umano in grado con la sua mera presenza di inattivare le energie mutanti della sua... anima gemella. Tu emani un'aura di energia anti-mutante, non rilevata da nessuna Sentinella, da nessun macchinario... finora... un'aura sintonizzata proprio per annullare le energie mutanti del signor Wagner e impedirgli di usare il teletrasporto.-
-Mio Dio... e io mi sono innamorata proprio di lui...-
-Innamorata? L'amore è una malattia mentale. Non so quanto la vostra attrazione reciproca sia dettata dalla complementarietà dei vostri geni. Siete stati davvero fortunati: le possibilità che un mutante e un anti-mutante si incontrino su scala globale sono tipo sette miliardi per sette miliardi. Sì, il meccanismo di Madre Natura è davvero poco efficiente... io sono stato ancora più fortunato a rilevare l'incredibile, inimitabile interazione delle vostre aure tramite i miei satelliti. Bé, "miei", insomma, tramite i satelliti che hackero.-

-Ma... potremmo avere figli?-
La risata che si scatena in Nathaniel Essex è abbastanza inquietante da gelare il sangue di tutti i prigionieri presenti. La quasi totalità di loro non sta capendo pressoché nulla della conversazione in inglese.

-È molto ottimista a pensare a questa eventualità, signorina. La domanda è molto interessante, me la sono ovviamente posta subito anch'io, e mi sono risposto che probabilmente genererebbe aborti inevitabili. Investigherò a fondo... in provetta. Purtroppo non potrò farla ingravidare, perché il mio primario obiettivo è che voi uccidiate uno a uno gli X-Men.-
-Non può mica costringerci.-
Un'altra risata squarcia l'aria e fa accapponare la pelle di Diana e dei suoi compagni di sventura.
-Ancora grazie, signorina Vickers. Non solo è stata l'involontaria chiave di volta di tutta l'operazione, ma è riuscita a farmi ritrovare il sorriso dopo mesi, forse anni. Ora, lasci che vi mostri gli esoscheletri che sto mettendo insieme per voi...-

 

Oggi. All'esterno del laboratorio-base di Sinistro.

In pochi secondi, le coppie antitetiche si sono formate. Un esoscheletro guidato da un anti-mutante contro il proprio bersaglio designato.

Diana Vickers contro Kurt Wagner.
-Diana, fermati! Dimmi che non sei in te.-

-Le armature... come le vuoi chiamare... sono telecomandate da Sinistro! Non abbiamo controllo su di esse!-
-Una buona notizia! Non può controllarle con efficacia tutte, e possiamo liberarvi facilmente-
-E come? Credi che basti un cacciavite?!-

In effetti senza alcun potere, né alcuno strumento particolare, la sua forza umana ha serie difficoltà ad aprire un varco o una breccia nella corazza metallica.
-Sono controllati dagli esoscheletri, dobbiamo trovare il modo di tirarli fuori!- grida Nightcrawler verso gli altri, rendendosi conto che se la passano molto peggio di lui. Se Diana sta inibendo le sue capacità atletiche più sovraumane, anni di allenamento lo rendono ancora un ginnasta di livello olimpionico, capace di dribblare i colpi dell'esoscheletro come un coniglio impazzito.

Non si può dire lo stesso dei suoi compagni di squadra, per quanto forti di anni di addestramento nella Stanza del Pericolo.

 

Gambit è ben felice degli anni spesi ad allenarsi sotto la guida di suo padre in quasi tutte le discipline atletiche. Quello stesso allenamento che gli è servito nella sua carriera di ladro acrobata ora lo sta mantenendo vivo. Ma per quanto? Prima o poi un colpo fortunato lo prenderà.

-Aidez-moi, aidez-moi s'il vous plaît.-

Una richiesta d’aiuto in francese, sia pure con una cadenza, un accento che non conosce.

Si volta e per la prima volta si accorge davvero dell’uomo all’interno dell’armatura che sta combattendo contro Fenice: un nero, proveniente dalla nazione africana del Mali - ma lui non può saperlo - che ripete l’invocazione.

"Nightcrawler ha ragione", pensa Remy, quei tizi sono prigionieri nelle armature, ma serve a poco saperlo. Senza poteri né lui né gli altri X-Men sono in grado di liberarli dagli esoscheletri, che si muovono ancora contro la loro volontà con il solo obiettivo di uccidere i loro avversari.

Cosa possono fare?

 

Per la prima volta da che può ricordare, le sue ali sono un peso più che un aiuto e Warren K. Worthington III si ritrova sollevato in aria da un braccio meccanico.

Sente la stretta sul suo collo ed istintivamente chiude gli occhi.

-Mi dispiace.- gli dice una voce in una lingua che non conosce.

I suoi ultimi pensieri sono per Jean e per sua figlia Grace. Ha avuto così poco tempo per conoscerla ed ora dovrà lasciarla nuovamente sola.

Per un lungo istante si sente cadere nel buio, poi ode un urlo.

Riapre gli occhi e si ritrova in ginocchio. Il suo avversario ha lasciato la presa mentre la sua armatura è piena di pezzi metallici… no, non semplici pezzi… piume affilate come  rasoi.

Lui,  pensa Warren con orrore, Lui è uscito per salvarlo. I suoi poteri non sono di origine mutante e non sono inibiti. Potrebbe farlo uscire di nuovo e salvare tutti, ma se poi non riuscisse a controllarlo? Se facesse loro del male?

 

Perdere la capacità di mutare pelle o sparare scariche al plasma può essere frustrante, ma mai quanto perdere le proprie capacità telepatiche e telecinetiche. Jean Grey sta già da mesi cercando di venire a patti con il tracollo, la regressione che hanno subito i suoi poteri mentali; in questo frangente si sente come accecata, è come perdere un sesto senso. Non esclude, però, che il lavoro fatto su se stessa la stia aiutando a gestire la situazione.

-Puoi combattere questa cosa!- prova a dire al suo coetaneo del Mali che la sta attaccando senza tregua. E' un vano tentativo sia per la barriera linguistica sia perché il malcapitato poco può fare, prigioniero della sua armatura telecomandata. In tutta risposta, l'anti-mutante le scarica addosso un raggio repulsore che per poco non la investe in pieno con esiti fatali, con l'esito di sbalzarla via per l'onda d'urto. Purtroppo, rispetto agli altri, Fenice è fuori allenamento: le ore spese come mamma e dirigente sono tutte ore sottratte alla Stanza del Pericolo. Atterrata, si ritrova a strisciare via il più velocemente possibile, temporaneamente abbacinata dal dolore dello schianto.

 

-Ehi, non voglio farti del male, donna!- sbraita Havok.

E' il più anziano del gruppo ma, dall'esterno, appare come il più allenato e caparbio membro del team. Non lesina colpi a mani nude contro il duro metallo della sua avversaria, di cui non riesce a decifrare la provenienza né dall'aspetto né dalla voce - è troppo terrorizzata per riuscire anche solo a invocare aiuto.
A dispetto delle sue intenzioni proclamate, Summers riesce con una scivolata mirata a colpire alle gambe l'esoscheletro e a farlo vacillare quanto basta da farlo cadere e guadagnare qualche secondo prezioso.
-Anche se dovessero essere vittime, non fatevi frenare dal fatto che siano perlopiù femmine!- incita gli altri. Istintivamente, si è reso conto che il suo gruppo di X-Men è composto da cinque maschi e due femmine, e che i loro avversari vantano una proporzione opposta.

-Va bene, capo...! Comunque fa caaaaaldo...- lamenta l'Uomo Ghiaccio.
Complice il fuso orario, il sole del mezzogiorno d'Italia è alto, e picchia duro. Robert Drake è il padrone della temperatura da quando è un ragazzino. Adesso deve termoregolarsi come qualunque essere umano, perciò sta sudando copiosamente per il caldo e per la lotta... una sensazione che non prova da tempo immemore. Il suo corpo non più avvezzo a quel genere di traspirazione si sta indebolendo per la perdita di liquidi, la sua vista si sta appannando. E ciò lo rende più vulnerabile agli attacchi.

Se non gli fosse stato insegnato a incassare i colpi, la strattonata del braccio meccanico che sta subendo e che lo sta sbalzando via avrebbe potuto rompergli la schiena.


Ogni tentativo di dirottare lo scontro in direzione del Blackbird o di allontanarsi viene soffocato sul nascere. Ogni varco che si apre viene prontamente bloccato. E' chiaro come ci sia una regia esterna, che sa sapientemente disporre le sue pedine. Gli esoscheletri attaccano incessantemente, non lasciando un attimo di tregua.

E Paige Guthrie si sente particolarmente inutile. Priva dei suoi poteri può solo correre evitando i raggi sparati da quei mostri o le loro braccia metalliche.

Evita di misura un colpo di repulsore, o di qualcosa che ci somiglia, e così facendo scivola. Un arto meccanico la afferra alla caviglia e la afferra.

-No!- grida lei ma nessuno sembra sentirla.

La mano cibernetica la solleva in aria mentre una seconda le stringe la gola.

Le manca il respiro. Vorrebbe gridare ma non può.

Fissa negli occhi il disperato ragazzo che sta dicendo qualcosa di incomprensibile dietro il suo casco.

"Non farlo", vorrebbe dirgli, ma nessun suono le esce dalle labbra.

 

Pur nel fragore della battaglia, il rumore di ossa delicate che si rompono sembra risuonare tra i combattenti. Il rumore di un collo spezzato, per chi è avvezzo a combattimenti senza esclusione di colpi.

Alex Summers è il primo a voltarsi in direzione del suono, sospinto più da un istinto di pancia che da una percezione uditiva. Ed è il primo a vedere come un uomo corazzato sta lasciando cadere per terra il corpo esanime di Husk, con la testa girata in modo innaturale.
-Paige? Paige! - urla, correndo in sua direzione, incurante dei suoi avversari. La nemesi della ragazza sembra immobilizzata, non è chiaro se per l'orrore di ciò che ha fatto o perché la sua missione personale è finita.

Havok si china a valutare i segni vitali della sua donna.
-Alex..?- domanda Gambit.
Il fratello di Ciclope si volta verso il Cajun, lo sguardo perso nel vuoto.
-È ... morta. La nostra Paige è morta.-

Continua...!

 

Nel prossimo episodio: È  davvero morta Husk? Se sì, come reagirà il gruppo? Il cataclismatico scontro finale contro Sinistro e i suoi Anti-X-Men, con altre sorprese e rivelazioni...!

Note

Al momento non rilasceremo dichiarazioni sul cliffhanger finale, ci limitiamo a commentare il titolo e il succo della storia.

Dopo una gestazione di otto numeri, la sottotrama di Sinistro è giunta a maturazione.  Nel corso degli anni abbiamo assistito a idee audaci sulla condizione mutante, dall'interpretazione del nostro Mr. T citata nella storia (vedi la contorta storyline di Origine) alla più autorevole teoria del mummudrai con cui Grant Morrison ha giustificato la creazione di Cassandra Nova al di fuori della nostra continuity. In realtà il nocciolo dell'idea è debitore della lettura - da parte di Mickey - del visionario Philip K. Dick, che ha inventato nelle pagine di Ubik gli Inerziali e la loro natura di anti-ESP, in grado di annullare le facoltà di telepati e precognitivi. Da allora questa idea ha fermentato, fino a trovare attuazione solo adesso. Le ripercussioni di questa rivelazione potrebbero essere rivoluzionarie per la comunità mutante MIT, ma è noto come funziona questo genere di narrativa: lo sarà solo se gli altri autori ne terranno conto. Vista la facilità con cui si incontrano casualmente…
Riguardo la location della battaglia, Mickey ha scelto di omaggiare (in maniera discutibile) la sua regione natia, dando finalmente spazio anche all'Italia tout court come setting delle storie Marvel. In maniera più incisiva aveva cercato di fare il nostro Yuri L., che aveva inventato i citati team di supereroi nostrani quali Squadra Italia (nell'omonima testata) e le Brigate Azzurre (sulle pagine dell'Uomo Ragno).

Riappare in queste pagine Tempesta, assente dalle nostre scene da troppo tempo. La rivedremo ancora? State sintonizzati qui e su X-Men e lo saprete.
In questo caso più che mai, critiche e insulti sono da indirizzare a Mickey. ^_-

Ma anche no, in fondo anche Carlo ha avallato le sue scelte. -_^


Mickey & Carlo

 



[1] Così nei paesi ex sovietici è chiamata la Seconda Guerra Mondiale.

[2] Nella saga Apocalypse Nation, su X-Men MIT #31-34.

[3] In edizione originale, su X-Men #94 Vol. I.

[4] John Proudstar, uno degli X-Men della “seconda generazione”, morto in azione su Uncanny X-Men #95 (prima edizione italiana Capitan America, Corno, #117.

[5] Anche voi se avete letto l’ultimo episodio. -_^